L’Italia rischia di affondare per colpa della BCE, la Meloni ha ragione

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È ormai scontro aperto tra il governo italiano e la BCE. Nel tentativo di frenare l’impennata dell’inflazione e riportarla al periodo pre-crisi, La Lagarde sta continuando inesorabilmente ad aumentare i tassi d’interesse. Una politica che di certo non sta piacendo a molti Paesi europei, soprattutto a quelli con più alto debito pubblico come l’Italia.
La destra italiana (forse ad eccezione di Forza Italia) storicamente è stata sempre scettica nei confronti della Banca Centrale e delle istituzioni europee in generale, ma questa volta anche molti economisti internazionali sembrerebbero dar ragione alla Meloni e al suo operato.
L’Italia è il paese europeo più suscettibile a una crisi del debito, proprio a causa dell’aumento dei tassi d’interesse e del fatto che la BCE, nei prossimi mesi, acquisterà sempre meno titoli di stato.
In un recente sondaggio del Financial Times, nove economisti su 10 hanno detto a chiare lettere che il nostro è il Paese della zona euro “più a rischio di una svendita dei titoli di Stato”, e non è finita qui.

La Meloni ha fatto i compiti a casa, ma il problema è il debito pubblico

Come sappiamo, ormai da qualche mese si è insediato un nuovo governo di centro destra, guidato dalla prima premier donna della storia italiana, Giorgia Meloni. Una coalizione da sempre contraria ai rigidi vincoli imposti dalle istituzioni europee e dalle politiche d’austerity che in passato hanno travolto il nostro paese. Eppure, riproponendo un vecchio aforisma di qualche anno fa, “il governo sta facendo i compiti a casa”, nel senso che sta promuovendo un percorso di rettitudine fiscale del quale (forse) nessuno avrebbe mai creduto.
Con l’ultima manovra, intatti, l’esecutivo ha previsto un notevole taglio del deficit fiscale, che passa dal 5,6% del PIL nel 2022 al 4,5% nel 2023 e al 3% l’anno successivo. Insomma, un percorso virtuoso che nessuno (BCE compresa) potrà mai contestare al governo italiano. Eppure, rimane l’enorme spada di Damocle del debito pubblico, che rischia di aumentare anche per colpa delle politiche della BCE. Vediamo meglio di cosa si tratta,

La Lagarde va dritta per la sua strada: aumentano i tassi e affonda l’Italia

Il debito pubblico italiano rimane uno dei più alti d’Europa, oltre il 145 per cento del prodotto interno lordo, e potrebbe andare anche peggio nei prossimi anni.
A causa dagli aumenti dei tassi d’interesse voluti dalla BCE per contrastare l’inflazione che, a dire il vero, rimane ancora troppo elevata, gli oneri finanziari che il nostro Paese è tenuta a supportare sono davvero notevoli.
Il rendimento dei titoli a 10 anni è salito sopra il 4,6% (circa 4 volte il valore di un anno fa) ed è di 2,1 punti percentuali sopra il rendimento degli equivalenti titoli tedeschi. Come se non bastasse, la BCE sembrerebbe voler continuare ad aumentare i tassi d’interesse anche per i prossimi mesi.
In una recente intervista al Financial Times, il governatore della Banca Centrale olandese, Klaas Knot, ha dichiarato che la BCE “stava appena iniziando la seconda metà del suo ciclo di aumento dei tassi”.
Neanche a dirlo, la Meloni in questi giorni ha espresso tutto il suo sgomento per questa scelta:

“Sarebbe utile se la BCE gestisse bene la sua comunicazione, altrimenti rischia di non generare panico ma fluttuazioni sul mercato che vanificano gli sforzi che i governi stanno compiendo”.

Almeno per questa volta, la Meloni sembrerebbe avere l’appoggio di molti economisti internazionali, contrari a questo aumento dei tassi così aggressivo. Alcuni di essi hanno da poco dichiarato quanto segue: “la BCE sta sopravvalutando i rischi per l’inflazione e sottovalutando la prospettiva di una recessione”.

Recessione che, con buona probabilità, potrebbe presto colpire molti Paesi nel mondo, Italia compresa.

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