Chi ha investito in ETF sul metaverso sta perdendo un mucchio di soldi, ma i fondi crescono

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Il tema degli ETF sul metaverso è già stato da noi trattato. Oggi, però, vi vogliamo parlare di un’altra importante questione legata a questo tema: una sorta di paradosso che sta investendo l’intero settore. Seppur di ETF ne nascono come funghi (soprattutto nell’ultimo periodo), gli investitori stanno letteralmente perdendo una montagna di denaro. Cosa sta andando storto? È soltanto una fase passeggera dovuta a dinamiche macroeconomiche globali o e il settore che è stato forse sopravvalutato?
Sicuramente, le cause di questa debacle (almeno momentaneamente) sono da imputare a più fattori: da un lato c’è il conflitto in Ucraina, l’elevata inflazione con il conseguente aumento dei tassi di interesse, il rallentamento della Cina e altro ancora; dall’altro, però, il Metaverso non riesce ancora ad attecchire tra i consumatori, e questo nonostante le enormi somme che si stanno investendo in questo settore. Ma non è tutto. Seguiteci.

ETF Metaverso, i gestori stanno aumentando i fondi negoziati in borsa

Secondo il sito ETF.com, negli ultimi mesi gli emittenti hanno raddoppiato i fondi negoziati in borsa a tema Metaverso.
Da giugno 2021, sono stati quotati ben 35 nuovi ETF di questo tipo e non si tratta soltanto di piccoli fondi. Hanetf, ad esempio, ha da poco annunciato il lancio di “Group Global Metaverse”, il primo ETF europeo sul metaverso.
L’interesse da parte dei gestori e degli investitori è dunque palese. Del resto, anche noi di MyETF.it abbiamo definito il Metaverso come un possibile candidato per il titolo di “settore del futuro”, con un ampissimo potenziale di crescita. Il patron di Facebook, Mark Zuckerberg (che non è proprio l’ultimo degli scappati di casa), è forse la persona che più di tutti sta credendo in questa nuova tecnologia: da inizio del 2021, Facebook ha speso oltre 15 miliardi di dollari per il suo ambizioso progetto sul metaverso.
L’interesse degli invertitori è sempre più evidente nonostante le performance disastrose delle aziende in prima linea nello sviluppo del metaverso o di tecnologie ad esso collegate. Da inizio anno:

  • Microsoft è crollata del 27% circa
  • Nvidia Inc, del 4%
  • Facebook (o per meglio dire Meta Platforms Inc) è sprofondata di un – 66% circa.

Quest’ultima, in particolare, ha da poco comunicato che i suoi Reality Labs (l’unità che si occupa della ricerca e sviluppo della realtà aumentata) hanno perso più di 3,6 miliardi di dollari nel terzo trimestre di quest’anno, che si va ad aggiungere a quella dello scorso anno pari a 2,63 miliardi di dollari.
Insomma, almeno per il momento, i profitti di Facebook non si riescono a vedere neanche indossando un visore per la realtà virtuale. Eppure, molti analisti non ne stanno facendo un dramma. Ecco il motivo.

Gli investitori non hanno paura dei ribassi

Nonostante le perdite registrate in quest’ultimo periodo, chi sta investendo sul metaverso non sembrerebbe particolarmente spaventato da questa situazione. Del resto, come sostenuto da diversi analisti, il passaggio da “web 2” a “web 3” non avverrà in maniera drastica e immediata, piuttosto sarà il risultato di un processo lento e graduale.
Bryan Masucci, direttore di ETFMG, ha spiegato che “con questa transizione al Web3, la tecnologia potrà leggere, scrivere e possedere dati”. Quest’ultimo aspetto è particolarmente importante, “i dati, infatti, stanno diventando più preziosi del petrolio in questi giorni”.
I migliori ETF sul Metaverso stanno ampiamente registrato rendimenti negativi nell’ultimo anno. Tuttavia, gli esperti sottolineano che si tratta di un settore, quello del metaverso e del “web 3”, con un enorme potenziale sul lungo periodo.
Arun Singhal, responsabile globale della gestione dei prodotti presso Qontigo, in un’intervista rilasciata a ETF.com, ha spiegato che la gente non dovrebbe considerare gli ETF sul metaverso “come una partecipazione strategica fondamentale. Quando guardiamo a questo tipo di investimenti, stiamo catturando l’attenzione su panieri ristretti di azioni, “inserendoli in un indice in modo da concentrare determinate esposizioni, che però, al momento, sono davvero ristrette”.

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