Ecco quali sono in vantaggi per le aziende che versano il TFR nel fondo pensione del lavoratore.
Il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) è una somma di denaro che il datore di lavoro deve corrispondere al dipendente al termine del rapporto di lavoro, indipendentemente dal motivo della cessazione. In sostanza, è una forma di retribuzione differita che viene accumulata nel corso degli anni e rappresenta una sorta di “liquidazione” spettante al lavoratore.
È il datore di lavoro, ovviamente, che di anno in anno deve accumulare queste somme di denaro, potendo optare per due soluzioni:
- lasciare il TFR in azienda, occupandosi anche della rivalutazione di queste somme sulla base di precisi calcoli;
- versarlo in un fondo pensione complementare.
È importante sapere che sono gli stessi lavoratori a dover decidere se lasciarlo in azienda o destinarlo a un fondo pensione. Tuttavia, molti imprenditori sono restii a quest’ultima possibilità, vedendo il TFR come un’opportunità di autofinanziamento per l’azienda stessa. È essenziale, però, comprendere due punti chiave.
Prima di tutto, il TFR è denaro dei dipendenti, non dell’azienda! E non può essere utilizzato per finanziare l’attività imprenditoriale. In secondo luogo, decidere di versare il TFR in un fondo pensione (D.lgs. n. 252/2005), porta dei notevoli vantaggi anche all’azienda. Analizziamoli più nel dettaglio.
Indice
TFR nel Fondo Pensione: i Vantaggi Contributivi per le Aziende
Se il dipendente decide di spostare il TFR nel fondo pensione, l’azienda è sollevata dal versamento di alcuni oneri di carattere contributivo. In particolare, è prevista l’esenzione del versamento del contributo al fondo di garanzia INPS, pari a:
- 0,20% della RAL per i dipendenti;
- 0,40% della RAL per i dirigenti industriali.
Oltre a questo, vi un esonero dello 0,28% per i cosiddetti oneri impropri, come quelli legati a malattia, maternità e assegni per il nucleo familiare.
Dunque, un’azienda con un monte retribuzione annuo di 500 mila euro potrebbe risparmiare fino a 2.400 euro.
TFR nel Fondo Pensione, quanto è la deduzione?
Trasferire il TFR in un fondo pensione offre un significativo vantaggio fiscale. Le somme trasferite al fondo pensione sono deducibili dal reddito d’impresa, addirittura in misura maggiore rispetto a quanto effettivamente versato dal datore. In particolare:
- le aziende con meno di 50 dipendenti possono dedurre il 106% dell’importo trasferito;
- le aziende con più di 49 dipendenti, invece, possono dedurre il 104%.
Quindi, ad esempio, un’azienda con meno di 49 dipendenti che accantona 50.000 euro di TFR l’anno ne dedurrà 53.000 euro. Non male!
Niente più rivalutazione per l’azienda
E adesso passiamo all’ultimo vantaggio per l’azienda, probabilmente il più importante di tutti: trasferire il TFR in un fondo pensione libera l’azienda dall’obbligo di doverlo rivalutare annualmente secondo la legge.
La rivalutazione del TFR da parte dell’azienda avviene in base a un tasso composto da:
- una parte fissa, pari all’1,5%;
- una parte variabile legata all’inflazione (75% dell’ Indice ISTAT dell’inflazione)
Questa rivalutazione rappresenta un costo significativo, soprattutto in periodi di alta inflazione come quello che stiamo vivendo in questi ultimi anni. Costo che può essere evitato in toto trasferendo il TFR in un fondo pensione. Sarà il fondo stesso, infatti, a dover occuparsi della rivalutazione delle somme versate (anche se in base a criteri differenti).
In conclusione, sebbene inizialmente gli imprenditori possano essere riluttanti a trasferire il TFR dei dipendenti alla previdenza complementare, i benefici fiscali, contributivi ed economici rendono questa scelta vantaggiosa anche per l’azienda.
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