È un buon momento per investire in obbligazioni. Dopo decenni di rendimenti a dir poco ridicoli, Stati e aziende private stanno collocando finalmente degli ottimi prodotti. Il caso eclatante è stato quello di ENI, che ha già collocato obbligazioni a 5 anni per 2 miliardi di euro, con un rendimento del 4,30%. Adesso anche Telecom si lancia nuovamente sul mercato obbligazionario, ma con un rendimento atteso decisamente superiore. Del resto, Telecom non è ENI, almeno dal punto di vista della stabilità finanziaria e patrimoniale. Le principali società di rating le danno un outlook negativo. Questo significa che nel medio-lungo periodo ci si attende un peggioramento delle sue condizioni, con possibili ulteriori declassamenti in futuro.
Attualmente, il rating di Telecom è B1 per Moody’s, B+ per S&P e BB- per Fitch. Insomma, si tratta di un titolo altamente rischioso. Senza contare del caos che la società sta vivendo in quest’ultimo periodo: dimissioni dei suoi vertici, spoil system e nuovi piani industriali all’orizzonte. Tutte questioni che rendono la società poco sicura e che quindi deve necessariamente offrire dei rendimento più elevati, vicini al 7% annuo, appunto. Tassi d’interesse che non si vedevano da tempo. Soltanto un anno fa, la stessa Telecom aveva emesso un bond a 8 anni con un rendimento dell’1,7%. Ad ogni modo, questo nuovo titolo non sarà per tutti. È stato infatti previsto un taglio minimo di entrata davvero alto. Vediamo meglio di cosa si tratta.
Indice
Nuove obbligazioni Telecom: rendimento, durata e limiti
Come già detto in apertura, Telecom ha appena collocato delle obbligazioni senior unsecured “benchmark” da 850 milioni di euro con un rendimento del 6,875%, scadenza al 15 febbraio 2028 (quindi la durata è di 5 anni). Lo spread è pari a + 473 punti base sopra il tasso midwap; codice Isin XS2581393134.
Una buona notizia per i tanti investitori che credono in questa società, se non fosse che la sottoscrizione di questo strumento è preclusa alla gran parte dei soggetti retail. È stato infatti previsto un taglio minimo di entrata davvero alto, pari a 100 mila euro. Insomma, si tratta di un bond non per tutti. Del resto, bisogna anche dire che la società non versa in condizioni brillanti. Le principali agenzie di Rating le danno un giudizio davvero basso e un outlook negativo. In altre parole, la società non è messa bene, almeno da un punto di vista patrimoniale e finanziario, e ci si aspetta che tali condizioni non saranno migliori nel prossimo futuro.
Oltre a questo, segnaliamo che Il bond prevede un’opzione put con la quale il creditore ha il diritto di rivendere a 101 all’emittente nel caso di Opa (e quindi di acquisizione della società) o di cessione di NetCo (la società che gestisce la rete fissa e le attività wholesale, include FiberCop e Sparkle).
Nuove obbligazioni Telecom per rifinanziare il debito, ma a un prezzo molto più alto
Questa nuova emissione, secondo quanto riferisce Moody’s, servirà a rimborsare alcune vecchie obbligazioni in scadenza. Si tratta dunque di una classica operazione di rifinanziamento del debito. Il problema è che tale operazione viene effettuata a delle condizioni di mercato molto mutate rispetto soltanto a qualche anno fa. I tassi d’interesse della nuova emissione, infatti, sano superiori a quelli del debito rimborsato o da rimborsare, “con un impatto negativo sul flusso di cassa”, scrive Moody’s. Si pensi che, soltanto un anno fa, la stessa Telecom aveva emesso delle obbligazioni a 8 anni con un rendimento dell’1,7%.
L’agenzia di rating spiega che, anche a causa di questa operazione, la società “produrrà probabilmente un free cash flow negativo di circa 200 milioni di euro nel 2023”.
Come se non bastasse, Telecom deve fare anche i conti con altre questioni non secondarie. Di recente il CEO Arnaud de Puyfontaine ha presentato le sue dimissioni e il nuovo piano industriale promosso dal Governo non sembrerebbe piacere agli azionisti.
Considerazioni finali
Nonostante l’appetibilità del rendimento di questo nuovo bond, consigliamo sempre di stare cauti con simili operazioni. Il rischio specifico dell’emittente, questa volta, è davvero significativo e la soglia di sottoscrizione minima è molto alta (100 mila euro).
Oggi esistono diversi Bond con dei rendimenti di tutto rispetto. Le nuove obbligazioni ENI con rendimento del 4,30%, ne sono un esempio, come anche i BTP di pari durata (5 anni) che offrono un rendimento sicuramente inferiore (attualmente intorno al 3,45%) ma con un regime fiscale agevolato. Infine, vi ricordiamo della possibilità di investire in ETF Obbligazionari grazie ai quali viene ridotto drasticamente il rischio specifico dell’emittente.