Soltanto qualche giorno fa, la BCE ha comunicato un ulteriore aumento dei tassi d’interesse e la prosecuzione della stretta monetaria (probabilmente) per tutto il 2023, con la previsione di ulteriori aumenti. Lo scopo, come sappiamo, è quello di raffreddare un’inflazione che non si vedeva ormai da tantissimi anni, portandola al livello target imposto dall’Europa: sotto il 2%.
Investitori di tutto il mondo si stanno dunque chiedendo quando questo obbiettivo sarà raggiunto e, di conseguenza, quando la stessa BCE potrà allentare la stretta sui tassi?
L’inflazione, come spiegato in diverse occasioni, è quel fenomeno di deterioramento del potere d’acquisto. Per via di questo fenomeno, in sostanza, una somma di denaro varrà sempre meno con il passare del tempo. Tratteremo l’argomento con un apposito articolo.
Ad ogni modo, alcuni economisti della stessa BCE hanno previsto entro quando l’inflazione tornerà sotto il 2%. Purtroppo, bisognerà pazientare ancora qualche anno.
Quali sono gli obbiettivi della Banca Centrale Europea?
Il principale obbiettivo della Banca Centrale Europea è quello di mantenere la cosiddetta “stabilità dei prezzi”, che ovviamente riguarda l’inflazione.
Nel caso dell’Eurosistema, il Consiglio direttivo della BCE ha stabilito che l’obiettivo di stabilità dei prezzi si raggiunge con un tasso di inflazione pari al 2 per cento nel medio periodo.
Perché proprio il 2%? Come si legge sul sito “economiapertutti” della Banca d’Italia:
“L’obiettivo del 2 per cento è stato scelto principalmente perché da un lato rappresenta un livello di inflazione che non comporta un costo troppo elevato per l’economia e i cittadini e dall’altro garantisce un adeguato margine di sicurezza contro il rischio di deflazione (una riduzione continua e generalizzata dei prezzi)”.
La politica monetaria della BCE, dunque, è improntata al raggiungimento di questo target d’inflazione, e lo stiamo vedendo proprio in questi giorni. Christine Lagarde (Presidente della Banca centrale europea) sta adottando, come è ovvio che sia, una stretta monetaria che non si vedeva da decenni, aumentando i tassi d’interesse. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. L’inflazione diminuisce. La ricetta della Lagarde sta funzionando! E ci mancherebbe. A beneficiarne sono stati anche i mercati azionari che, nelle ultime settimane, sembrerebbero aver trovato nuova forza rialzista.
Il problema è che siamo ancora lontani dall’obbiettivo del 2% e, con tutta probabilità, non lo raggiungeremo nemmeno il prossimo anno. Ecco cosa dicono gli economisti della BCE al riguardo.
Inflazione al 2%, abbiamo una data
Molti economisti, si legge in un articolo da poco pubblicato su reuters.com, si aspettano che la Bce riesca a domare l’inflazione ma non prima di un orizzonte di due anni. La stessa dovrebbe scendere al 2,1% soltanto nel 2025, poco sopra il target del 2%.
In particolare, dal sondaggio dei “professional forecaster”, utilizzato dalla stessa BCE come indicatore delle attese del mercato, quest’anno l’inflazione si dovrebbe attestare al 5,9%, 2,7% nel 2024 e, infine, 2,1% nel 2025, per poi stabilizzarsi su questo livello nel lungo periodo. Insomma, l’inflazione scende, ma di certo non così velocemente come si sarebbe voluto. Ci si chiede, a questo punto, se la stretta monetaria attualmente messa in atto dalla BCE possa durare per tutto questo tempo.
Secondo la Banca Centrale Europea, le ultime previsioni sull’andamento dell’inflazione riflettono principalmente una combinazione di questi due dati:
- andamento dei prezzi dell’energia;
- crescita salariale più elevata.
Ovviamente, senza dimenticarci dell’attuale conflitto in Ucraina e delle recenti tensioni tra USA e Cina. Variabili i cui risvolti sono davvero difficili da prevedere e che potrebbero portare a risultati diversi circa l’andamento dell’inflazione.