L’Ocse, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, ha appena pubblicato il suo ultimo studio sulla situazione economica e sull’inflazione dell’area Euro, con le proiezioni per il 2024.
La crescita in Europa, si legge nel documento, dovrebbe riprendere progressivamente, passando dallo 0,9% del 2023 all’1,5% del 2024. L’inflazione, invece, dovrebbe scendere al 5,8% nel 2023 e al 3,2% nel 2024.
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Ocse: PIL Europeo in cresicta nel 2024
La crescita economica nell’area euro è stata ostacolata dall’impennata dell’inflazione, in particolare dell’aumento dei prezzi dell’energia, causato principalmente dal conflitto tra Russia e Ucraina. Tuttavia, le misure economiche adottate dall’Unione Europea hanno consentito di ridurre al minimo gli effetti disastrosi di tale situazione, evitando una grave recessione.
L’OCSE precisa anche che “le prospettive di breve termine sono avvolte da incertezze e rischi”. Per questo motivo, le politiche monetarie restrittive adottate dalla BCE, al fine di “moderare le tensioni inflazionistiche latenti”, potrebbero dover rimane tali ancora per qualche tempo. “La sostenibilità delle finanze pubbliche dovrebbe poggiare su una spesa più efficiente e una migliore governance economica”. Inoltre, per favorire le evoluzioni strutturali, si legge nel documento, “è necessario ridurre gli ostacoli nel mercato unico e prevedere misure di sostegno precoce efficaci a favore dell’innovazione verde”.
Ad ogni modo, la crescita nella zona euro dovrebbe riprendere progressivamente, passando dallo 0,9% del 2023 all’1,5% del 2024. E per quanto riguarda l’inflazione?
Inflazione: ancora non ci siamo, troppo alta anche nel 2024
Nel suo ultimo studio sulla situazione economica dell’area Euro, l’Ocse – o OECD (Organisation for Economic Co-operation and Development) – ha anche precisato che l’inflazione dovrebbe scendere al 5,8% nel 2023 e al 3,2% nel 2024.
Anche per il 2024, dunque, l’obbiettivo d’inflazione del 2% (fissato dalla BCE) non sarà raggiunto.
Per ridurre l’inflazione, spiega l’organismo, “bisognerà continuare a condurre una politica monetaria restrittiva e raddoppiare gli sforzi affinché la politica fiscale sia meglio orientata e più duratura”. Al fine di migliorare tale situazione, le banche centrali e i governi dovrebbero agire in sinergia, in modo da attenuare durevolmente le tensioni che potrebbero scaturire da una simile stretta monetaria ed economica.
Attenzione agli aiuti di stato, potrebbero falsare la concorrenza. Il monito dell’Ocse
Nel documento appena pubblicato, l’Ocse conclude con un monito ai paesi membri:
“il mercato unico crea eque condizioni di concorrenza e offre alle aziende possibilità di crescita e innovazione. Aiuti pubblici come, ad esempio, le sovvenzioni possono giustificarsi ma dovrebbero essere concesse senza falsare la concorrenza a beneficio di imprese situate nei Paesi che dispongono di risorse di bilancio più importanti”.
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