Vi siete mai chiesti come sarebbe vivere con una fonte di reddito totalmente passiva e senza il bisogno di dover più lavorare? Sono sicuro di si, chi non ci ha mai pensato almeno una volta nella vita?
La buona notizia è che vivere di rendita è veramente possibile, e oggi è ancora più facile costruirsi il proprio vitalizio, ovviamente grazie agli ETF da dividendo. Strumenti relativamente recenti, apparsi in Italia soltanto da alcuni anni.
Come ormai sappiamo, esisto ormai un’infinità di ETF che replicano l’andamento degli indici più disparati: dai classici azionari americani e globali, agli obbligazionari e poi ancora commodities, settoriali ecc.
Per costruire una rendita finanziaria, ovviamente, ci servono degli ETF che distribuiscono cedole abbastanza alte e soprattutto costanti nel tempo. Sembra un sogno, ma di strumenti del genere ne esistono, eccome! Tuttavia, come per ogni cosa, bisogna fare sempre attenzione a cosa si acquista. Alcune volte si rischia di comprare degli strumenti altamente rischiosi, magari a bassissima capitalizzazione, dai costi eccessivi e poco liquidi. Oltre a questo, i nomi degli stessi ETF (almeno per i neofiti) potrebbero risultare altamente fuorvianti.
In questo articolo, andremo ad elencare i vantaggi e gli svantaggi degli ETF da dividendo e forniremo una lista di quelli che, a nostro avviso, sono i migliori fondi acquistabili sulla borsa italiana.
Indice
Perché scegliere un ETF da dividendo e non singoli titoli?
Ci rendiamo conto che il concetto di alto dividendo potrebbe far gola a molti di voi. Del resto, stiamo parlando di una rendita totalmente passiva (forse l’unica), che si può ottenere senza far nulla in cambio, o quasi. Ovviamente, il presupposto per generare una adeguata rendita è quello di investire una certa quantità di denaro, che dovrà essere altrettanto alta.
Tipicamente esistono due strumenti finanziari che pagano cedole periodiche: azioni e obbligazioni.
Per quanto riguarda le azioni, diciamo fin da subito che le società non sono tenute a distribuire alcun dividendo e quando lo fanno potrebbe non essere poi così stabile. Amazon (per citarne soltanto una) non ha mai distribuito alcun dividendo in vita sua.
Con le obbligazioni è possibile costruire una rendita quanto meno più stabile, ma si tratta di strumenti che generalmente pagano delle cedole davvero basse, ammenoché non si tratti di emittenti (società o stati) altamente rischiosi.
In entrambi i casi, acquistando strumenti del genere, ci si assume quello che viene definito come il rischio specifico di un singolo emittente.
Cosa fare allora? Ovviamente serve acquistare uno strumento che ci consenta un’ampia diversificazione su titoli che hanno uno storico di pagamenti di dividendi o cedole rilevante. Alcune società, infatti, decidono per propria politica aziendale di pagare agli azionisti dividendi crescenti anno dopo anno. L’esempio più famoso è Coca-Cola, i cui dividendi sono stati distribuiti ininterrottamente e in modo crescente dal 1980, cioè da oltre 42 anni. Adesso non ci resta altro che trovare un ampio numero di aziende che adottino la stessa politica di coca-cola e il gioco e fatto. Ovviamente, per fare ciò possiamo (e anzi dobbiamo) affidarci a degli specifici ETF che replicano l’andamento di aziende di questo tipo.
ETF da dividendo: pro e contro
Gli ETF da dividendo sono tra i più interessanti strumenti che permettono di generare delle rendite passive. Tra i vantaggi di acquistare degli strumenti del genere, ovviamente, dobbiamo menzionare anche a quelli intrinseci di ogni ETF:
- Reddito passivo: questi fondi distribuiscono regolarmente i dividendi delle società in cui sono investiti;
- Diversificazione: Gli ETF (in generale) investono in una vasta gamma di società che distribuiscono dividendi, il che offre agli investitori la possibilità di diversificare il loro portafoglio e ridurre il rischio di dipendere da un singolo titolo;
- Bassi costi di gestione: questi strumenti hanno spese di gestione generalmente inferiori rispetto ai fondi comuni di investimento a gestione attiva;
- Flessibilità: Gli ETF da dividendo possono essere acquistati e venduti in borsa in qualsiasi momento.
In particolare, poi, gli ETF da dividendo (ci riferiamo a quelli a distribuzione delle cedole) sono utilissimi in fasi di eccessiva turbolenza dei mercati, come quella che stiamo vivendo in questo periodo. Con ETF da dividendo, infatti, avremo sempre una rendita costante nel tempo e non saremo in balia delle oscillazioni del mercato. Non è un caso che, proprio in questo periodo, gli ETF da dividendo si stanno comportano decisamente meglio rispetto ad altri tipi di ETF azionari: uno fra tutti, ETF S&P 500.
In definitiva, gli ETF da dividendo sono interessanti per gli investitori che cercano una fonte di reddito passivo, poiché il dividendo viene distribuito in modo regolare e può essere reinvestito o incassato.
Svantaggi di comprare ETF da dividendo
In questa sede vogliamo accennare soltanto a tre dei più grandi svantaggi degli ETF da dividendo e a distribuzione.
Innanzitutto, nel lungo periodo questi strumenti non sono poi così performanti, almeno non come alcuni dei più noti ETF azionari. Del resto, la logica di scegliere un ETF da dividendo è quella di ricevere una rendita periodica, non di far accrescere il più possibile il valore delle proprie quote.
I costi di questi ETF sono mediamente più alti: l’iShares Core S&P 500 UCITS a distribuzione delle cedole, ad esempio, ha un TER dello 0,07%; l’SPDR S&P Global Dividend Aristocrats, che vedremo più avanti, fa pagare delle commissioni dello 0,45% all’anno.
Infine, c’è il problema dell’efficienza fiscale. Problema che abbiamo già trattato in un nostro precedente articolo, parlando della differenza tra gli ETF ad accumulazione e a distribuzione. In questo caso, infatti, sulle cedole che vengono pagate periodicamente viene trattenuta una percentuale di tasse (che in Italia è pari al 26%). Trimestre su trimestre (o altro periodo), dunque, perderemo il 26% delle cedole distribuite, somme che non potranno essere reinvestite e quindi ricapitalizzate. Al contrario, con gli ETF ad accumulazione possiamo decidere di posticipare il “momento impositivo” all’infinito, in modo da sfruttare la capitalizzazione composta, realizzando così una maggiore plusvalenza in futuro.
Adesso, però, non dobbiamo perderci in chiacchiere. Adesso vi sveliamo quelli che, a nostro avviso, sono i migliori ETF da dividendo acquistabili su borsa italiana.
Migliori ETF da dividendo
Iniziamo col dire che non si tratta di una classifica vera e propria: l’ordine di presentazione è puramente casuale. Oltre a questo, segnaliamo che probabilmente non si tratta dei migliori ETF da dividendo in assoluto. Anche perché, bisognerebbe un po’ contestualizzare su cosa si debba intendere per tale. Ad esempio, abbiamo escluso dalla nostra ricerca alcuni strumenti che replicano indici composti da obbligazioni altamente rischiose o fondi troppo piccoli, pur pagando delle cedole maggiori.
Diciamo che abbiamo preferito degli ETF armonizzati (quindi UCITS), dagli alti rendimenti, ben capitalizzati e con TER più bassi.
In particolare, i 5 migliori ETF da dividendo da noi scelti sono i seguenti:
- SPDR S&P Global Dividend Aristocrats UCITS ETF
- VanEck Morningstar Developed Markets Dividend Leaders UCITS ETF
- Vanguard FTSE All-World High Dividend Yield UCITS ETF Distributing
- iShares Developed Markets Property Yield UCITS ETF
- iShares US Property Yield UCITS ETF
I primi tre sono degli ETF azionari; gli altri due, invece, sono dei REITS, cioè composti da società che possiedono o finanziano beni immobili. Cerchiamo adesso di capire meglio di cosa si tratta.
SPDR S&P Global Dividend Aristocrats UCITS ETF
L’SPDR S&P Global Dividend Aristocrats è uno tra i più famosi cosiddetti ETF Smart Beta, che mira a replicare le performance dell’indice S&P Global Dividend Aristocrats Quality Income, composto da titoli azionari ad alto rendimento dei mercati sviluppati ed emergenti. Questi titoli devono inoltre soddisfare alcuni requisiti di diversificazione,
stabilità e negoziazione, e vengono pesati in base all’importo del loro dividendo.
Essendo un indice troppo vasto, l’ETF adotta un tipo di replica fisica ma non totale, ossia a campionamento ottimizzato. In altre parole, l’ETF acquista soltanto un campione sufficientemente rappresentativo dell’indice sottostante.
- ISIN: IE00B9CQXS71, Ticker: GLDV, KIID;
- Tipo di replica: replica fisica (Campionamento ottimizzato);
- Valuta dell’ETF: USD, senza copertura valutaria;
- Indicatore sintetico di spesa (TER): 0,45% annuo;
- Politica di distribuzione: Distribuzione;
- Dimensione del fondo: 1.119 mln eur.
VanEck Morningstar Developed Markets Dividend Leaders UCITS ETF
Questo ETF mira a replicare le performance dell’indice Morningstar Developed Markets Large Cap Dividend Leaders, composto da azioni di società di Paesi sviluppati che offrono un ottimo rendimento e che, al tempo stesso, mostrano consistenza e sostenibilità nei modelli di pagamento dei dividendi. Non a caso, si tratta di uno dei migliori ETF da dividendo in circolazione, nonché quello che negli ultimi anni ha registrato le migliori performance rispetto agli altri ETF della nostra lista.
Caratteristiche dell’ETF:
- ISIN NL0011683594, Ticker TDIV, KIID;
- Tipo di replica: replica fisica totale;
- Valuta dell’ETF: EUR;
- Indicatore sintetico di spesa (TER): 0,38% annuo;
- Politica di distribuzione: Distribuzione;
- Dimensione del fondo: 272 mln euro.
Vanguard FTSE All-World High Dividend Yield UCITS ETF Distributing
Questo ETF replica l’andamento dell’Indice FTSE All-World High Dividend Yield, che comprende titoli azionari di società ad alta e media capitalizzazione, esclusi i fondi comuni d’investimento immobiliare, dei mercati sviluppati ed emergenti, che pagano dividendi generalmente superiori alla media. Anche in questo caso, il tipo di replica è a campionamento ottimizzato. Si tratta del fondo più grande della nostra lista. Al tempo stesso, è il meno caro, con un TER dello 0,29%.
Grafico VHYL da TradingView
Caratteristiche dell’ETF:
- ISIN IE00B8GKDB10, Ticker VHYL, KIID;
- Tipo di replica: replica fisica (Campionamento ottimizzato);
- Valuta dell’ETF: USD, senza copertura valutaria;
- Indicatore sintetico di spesa (TER): 0,29% annuo;
- Politica di distribuzione: Distribuzione;
- Dimensione del fondo: 2.959 mln euro.
iShares Developed Markets Property Yield UCITS ETF
L’iShares Developed Markets Property Yield è un ETF che mira a replicare l’indice FTSE EPRA/Nareit Developed, costituito da società immobiliari di paesi sviluppati di tutto il mondo ad esclusione della Grecia, che hanno un rendimento da dividendo previsionale ad un anno pari o superiore al 2%. Si tratta dell’ETF più caro della nostra lista, con un TER pari allo 0,59% annuo.
Caratteristiche dell’ETF
- ISIN IE00B1FZS350, Ticker IWDP; KIID;
- Tipo di replica: replica fisica totale;
- Valuta dell’ETF: USD, senza copertura valutaria;
- Indicatore sintetico di spesa (TER): 0,59% annuo;
- Politica di distribuzione: Distribuzione;
- Dimensione del fondo: 1.179 mln euro.
iShares US Property Yield UCITS ETF
Questo ETF è molto simile al precedente, ma si concentra soltanto sulle azioni di società immobiliari statunitensi. Anche in questo caso, rientrano nell’indice le azioni con un rendimento da dividendo previsionale ad un anno pari o superiore al 2%.
Caratteristiche dell’ETF:
- ISIN IE00B1FZSF77, Ticker IUSP, KIID;
- Tipo di replica: replica fisica totale;
- Valuta dell’ETF: USD, senza copertura valutaria;
- Indicatore sintetico di spesa (TER): 0,40% annuo;
- Politica di distribuzione: Distribuzione;
- Dimensione del fondo: 441 mln euro.
Migliori ETF da dividendo: considerazioni finali
Gli ETF da dividendo sopra elencati sono degli strumenti davvero eccezionali, che forniscono delle cedole che attualmente (attenzione alla data di pubblicazione di questo articolo) si aggirano attorno al 4% annuo lordo. Ovviamente, la scelta di uno strumento di questo tipo dipende dagli obiettivi che si intendono raggiungere. In particolare, gli ETF da dividendo non sono particolarmente consigliati per investimenti di basso valore e se si ha un orizzonte temporale di lungo periodo. In quest’ultimo caso, probabilmente, la scelta più saggia sarebbe quella di preferire ETF dalle performance maggiori, come ad esempio uno tra i migliori ETF S&P 500 acquistabile su borsa italiana. Soltanto dopo aver accumulato una certa quantità di denaro si potrebbe pensare ad uno strumento a distribuzione delle cedole.
Ad ogni modo, come sempre, vi ricondiamo che le informazioni presentate in questo articolo non sono in alcun modo da intendere come sollecito all’investimento e non rappresentando attività di consulenza finanziaria. Ogni decisione di investimento è sotto la piena ed esclusiva responsabilità del lettore.