L’Inflazione USA accelera e torna sui massimi da oltre un anno. Cause e possibili conseguenze sui tassi

Al momento stai visualizzando L’Inflazione USA accelera e torna sui massimi da oltre un anno. Cause e possibili conseguenze sui tassi
  • Autore dell'articolo:
  • Categoria dell'articolo:News
  • Commenti dell'articolo:0 commenti

L’aumento dei costi energetici ha spinto l’inflazione USA al di sopra delle previsioni ad agosto, minacciando di complicare la battaglia della Federal Reserve per mantenere i prezzi sotto controllo.

Secondo le ultime statistiche americane, i prezzi al consumo sono aumentati del 3,7% su base annua, rispetto al 3,2% di luglio e battendo le previsioni degli analisti del 3,6%. Su base mensile i prezzi sono aumentati dello 0,6%. Vediamo meglio cosa sta succedendo.

Per quanto riguarda l’inflazione core – che viene calcolata senza tenere conto dei beni soggetti a forte volatilità come cibo ed energia – essa si è attestata al 4,3% su base annuale, rispetto al 4,7% del mese precedente e in linea con le attese degli operatori. Su base mensile, invece, la stessa è in crescita dello 0,3%, in aumento dello 0,2% rispetto al mese precedente.

Le cause dell’accelerazione dell’Inflazione in USA

Come già detto in apertura, l’aumento dell’inflazione usa dell’ultimo mese è da attribuire principalmente al recente aumento dei prezzi della benzina. L’Arabia Saudita e la Russia stanno rinnovando gli sforzi per spingere il prezzo del petrolio verso i 100 dollari al barile e il greggio Brent è già al massimo degli ultimi 10 mesi, a circa 92,50 dollari.

Questi dati, ovviamente, potrebbero avere delle ripercussioni sulle prossime decisioni della FED.

Le possibili contromisure della FED

Roosevelt Bowman, senior investment strategist di Bernstein Private Wealth Management, in una recente dichiarazione al Finantial Times, ha affermato che la Fed esaminerà tali dati tenendo conto dei picchi dei costi energetici, che potrebbero essere soltanto temporanei. Ad ogni modo, la stessa Banca Centrale dovrà comunque stare attenta sugli eventuali effetti a catena, i quali potrebbero essere più duraturi.

L’unico aspetto positivo è che l’inflazione core continua a scendere. Quest’ultima, come già detto in apertura, si è attestata al 4,3% su base annua, rispetto al 4,7% del dato di luglio, anche se su base mensile la stessa è in crescita dello 0,3%.

Questi dati, seppur non entusiasmanti, non dovrebbero sconvolgere i piani della Fed per la prossima settimana.

Secondo le previsioni, infatti, la Fed dovrebbe mantenere i tassi di interesse stabili, dopo averli alzati ben 11 volte soltanto del 2022 nel tentativo di riportare l’inflazione verso il suo obiettivo del 2%.

Potrebbe anche interessarti:

Lascia un commento