Inflazione shock nel 2022, così i nostri risparmi sono andati in fumo senza che ce ne accorgessimo

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Come ormai sappiamo, nel 2022 abbiamo assistito a un’impennata dell’inflazione che non si vedeva ormai da decenni. Le cause le conosciamo tutti: guerra in Ucraina, aumento del prezzo dell’energia, precedente politica monetaria eccezionalmente importante per far fronte agli effetti economici negativi dovuti all’emergenza sanitaria del coronavirus e alle restrizioni imposte dai vari Paesi. Insomma, un mix letale che ha fatto schizzare in alto i prezzi dei beni e servizi. Un fenomeno a dir poco deleterio per i nostri investimenti ma soprattutto per i nostri risparmi. Già perché, come abbiamo più volte ribadito, ad essere particolarmente calpita dagli effetti dell’inflazione è proprio quell’asset class erroneamente ritenuta da molti come la più sicura: stiamo parlando, ovviamente, del contante. Tenere i soldi sotto al materasso è soltanto una finta illusione di sicurezza.

Il potere d’acquisto della moneta, infatti, diminuisce nel tempo, proprio a causa del costante aumento dell’inflazione. Per intenderci, con 10 mila euro di oggi non possiamo acquistare quello che acquistavamo con la stessa somma di denaro 10 anni fa. Questo lo riusciamo a capire tutti. Eppure, troppo spesso, si tende a sottovalutare questo fenomeno, che è inevitabile. La stessa Banche Centrale Europea (BCE) fissa un obbiettivo di inflazione pari al 2% annuo. Un tasso che è stato scelto perché, si legge nei documenti della BCE, è “funzionale alla crescita economica e alla stabilità dei prezzi”.
Purtroppo, però, già dallo scorso anno, l’inflazione è cresciuta a un ritmo insostenibile e questo è certamente dannoso per i nostri risparmi. Abbiamo così deciso di calcolare l’impatto dell’inflazione del 2022 sui nostri risparmi. Il risultato (seppur atteso) è stato davvero shoccante.

Ecco come scoprire quanti soldi perdiamo per effetto dell’inflazione

Come già detto in apertura, a causa dell’inflazione, oggi possiamo acquistare una determinata quantità di beni e servizi inferiore rispetto al passato. Ma quanto esattamente? Per capirlo bisogna effettuare una cosiddetta “rivalutazione monetaria”. Si tratta di un’operazione che permette di conoscere il valore attuale di una somma di denaro espressa nella valuta del passato. In altre parole, con la rivalutazione monetaria possiamo adeguare le somme di denaro al costo attuale della vita.


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L’ISTAT ha messo a disposizione sul proprio sito un tool per il calcolo della rivalutazione monetaria chiamato “Rivaluta”. Questo strumento calcola le variazioni percentuali in base al cosiddetto indice “FOI”, che riguarda i prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati.
Per calcolare la rivalutazione monetaria basterà scegliere il periodo e la somma di denaro da rivalutare (in euro o lire). Noi lo abbiamo fatto su un arco temporale di un solo anno, il 2022, con una somma di denaro di 100 mila euro. Il risultato (seppur atteso) è stato di grande impatto.

L’effetto che l’inflazione ha avuto sui nostri risparmi nel 2022

Ipotizziamo di aver tenuto ferma sul conto corrente la somma di 100 mila euro per un solo anno, da dicembre 2021 a dicembre 2022. Ci chiediamo: a quanto ammonta oggi la rivalutazione monetaria in ragione dell’aumento dell’inflazione? Il risultato fornito dall’ISTAT è davvero di grande impatto, pari a 111.300.00 euro. Questo, sostanzialmente, significa che 100 mila euro del dicembre 2021 hanno oggi un potere d’acquisto quasi pari a 111.300 euro.

Rivalutazione monetaria 2022. Rivaluta
Rivalutazione monetaria 2022. Rivaluta

Cerchiamo di semplificare ancora un po’: nel dicembre 2021, con 100 mila euro era possibile comprare una determinata quantità di beni e servizi. Esattamente un anno dopo (dicembre 2022), per acquistare la stessa quantità di quei beni e servizi bisognava spendere ben 111.300 euro (11.300 euro in più). Ed è proprio questo il grande impatto che l’inflazione ha avuto sui nostri risparmi soltanto nel 2022. Come se non bastasse, le previsioni rimangono troppo alte anche per il 2023, per poi scendere gradualmente nei prossimi mesi / anni e stabilizzarsi intorno al tasso obbiettivo del 2% annuo.

Il problema è che troppo spesso le persone non riescono a quantificare gli effetti disastrosi di questo fenomeno, così deleterio per i propri risparmi. Il fatto è che in termini nominali non subiamo alcuna perdita di denaro. Nel nostro esempio, oggi ci ritroveremo sul conto corrente gli stessi 100 mila euro di 2, 3 o 10 anni fa, ma il loro valore è sicuramente ben diverso.

Ecco perché sconsigliamo di detenere troppi soldi in liquidità. Per evitare i disastrosi effetti dell’inflazione non possiamo far altro che investire i nostri risparmi, in modo da ottenere un tasso di rendimento che sia più alto del tasso d’inflazione. Tanto più alto, tanto sarà il nostro guadagno reale.
Al tal proposito, vi consigliamo la lettura delle nostre guide sugli ETF, ma anche, se siete dei neofiti, di dare un’occhiata ai migliori libri sulla finanza personale da noi scelti. Ovviamente, un buon consulente finanziario potrà certamente consigliarvi alcuni strumenti finanziari adeguati ai vostri obbiettivi d’investimento.

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