In pensione a 64 anni con la rendita del fondo pensione: la novità della Legge di Bilancio 2025

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Con la Legge di Bilancio 2025, entra in scena una misura innovativa che consente di anticipare la pensione sfruttando la rendita derivante dal fondo pensione complementare. Una vera svolta per molti lavoratori che, fino ad oggi, hanno visto sfumare la possibilità di un pensionamento anticipato a causa di requisiti stringenti.

La nuova opzione pensionistica è rivolta esclusivamente a chi è soggetto al sistema contributivo puro, ovvero coloro che non possiedono contributi versati prima del 31 dicembre 1995. Questo limite esclude, di fatto, una larga parte di lavoratori appartenenti a generazioni precedenti, ma rappresenta un passo avanti per chi è entrato nel mercato del lavoro dopo l’introduzione della riforma Dini. Ma cosa prevede esattamente questa nuova norma? Scopriamolo.

Pensione anticipata: quali sono i requisiti previsti?

Fino al 2024, per accedere alla pensione anticipata contributiva erano necessari alcuni requisiti ben precisi:

  • 64 anni di età
  • almeno 20 anni di contributi previdenziali
  • importo minimo dell’assegno pensionistico pari a 3 volte l’assegno sociale per gli uomini e 2,8 volte l’assegno sociale per le donne.

Questo vincolo ha rappresentato un ostacolo insormontabile per molti lavoratori, soprattutto quelli con carriere discontinue o salari medi e bassi.

Con l’introduzione della nuova norma, le cose cambiano. A partire dal 2025, sarà possibile raggiungere l’importo soglia previsto dalla legge utilizzando anche la rendita maturata attraverso il fondo pensione complementare. Questo significa che tutti i lavoratori che hanno iniziato a versare contributi dopo il 1996 e che hanno aderito a forme di previdenza complementare potranno sommare la rendita derivante dal fondo pensione al calcolo dell’assegno previdenziale, raggiungendo così più facilmente il requisito economico richiesto. Purtroppo, a cambiare (e in peggio) sarà anche un altro dei requisiti di cui sopra: gli anni di contributi versati.

Contributi richiesti: cosa cambia

Se da una parte la nuova misura amplia le possibilità di accesso al pensionamento anticipato, dall’altra introduce un inasprimento progressivo dei requisiti contributivi. Infatti, dal 2025, per andare in pensione a 64 anni sarà necessario aver maturato almeno 25 anni di contributi, un aumento rispetto ai 20 anni richiesti fino al 2024. E non finisce qui: dal 2030 l’asticella si alzerà ulteriormente, arrivando a 30 anni di contributi.

Questa scelta mira a garantire la sostenibilità del sistema pensionistico, ma potrebbe penalizzare chi ha avuto carriere lavorative frammentate o è entrato tardi nel mercato del lavoro.

Le reazioni alla misura

La riforma ha già suscitato reazioni contrastanti. Da un lato viene accolta positivamente l’inclusione della rendita del fondo pensione nel calcolo dell’assegno previdenziale, considerandola una forma di riconoscimento per chi ha investito nella previdenza complementare. Dall’altro, il progressivo aumento degli anni di contribuzione necessari solleva dubbi sulla reale efficacia della misura nel rispondere alle esigenze di flessibilità dei lavoratori.

Anche tra gli esperti del settore previdenziale si discute sulla sostenibilità a lungo termine di questa norma, soprattutto alla luce delle sfide demografiche che il Paese si trova ad affrontare.

Un primo passo verso una maggiore flessibilità?

La novità introdotta dalla Legge di Bilancio 2025 rappresenta un primo tentativo di rendere il sistema pensionistico più flessibile e inclusivo, adattandolo alle esigenze di chi desidera anticipare l’uscita dal mercato del lavoro. Tuttavia, i requisiti contributivi più rigidi e la necessità di interrompere il lavoro dipendente potrebbero limitarne l’applicabilità.

Il vero impatto della riforma sarà chiaro solo nei prossimi anni, quando verranno definiti i decreti attuativi e si potranno analizzare i primi dati sugli accessi a questa forma di pensionamento anticipato. Per ora, resta una speranza per molti lavoratori che aspirano a un pensionamento più sereno e meno tardivo.

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