Ha ancora senso investire in un portafoglio 60/40 (60% azioni e 40% obbligazioni)?
Diciamo fin da subito che alla base di questo portafoglio d’investimento c’è una logica di tipo “lazy”. Stiamo parlando, dunque, di una composizione permanente, grazie alla quale l’investitore non dovrebbe preoccuparsi troppo delle oscillazioni di mercato, ma limitarsi a mantenere invariate le percentuali di questi asset.
Un portafoglio del genere, infatti, nasce con lo scopo di rendere più equilibrato il rapporto tra rischio e rendimento. I due asset, in alcune fasi economiche, hanno una correlazione negativa (le obbligazioni salgono quando le azioni scendono e viceversa). “In alcune fasi economiche”, appunto, ma non in tutte.
Purtroppo, un’eccezione a questa regola l’abbiamo avuta proprio di recente. Nell’ultimo anno, a causa dell’alta inflazione e dell’aumento dei tassi d’interesse da parte delle principali banche centrali, entrambi gli asset hanno registrato performance negative. In questo periodo, l’ETF Vanguard LifeStrategy 60% (composto dal 60% azioni e 40% obbligazioni) ha avuto un drawdown di circa il 18%, e non è nemmeno la prima volta che ciò accade. In effetti, in alcune “stagioni” dell’economia (così le chiama il famoso investitore e gestore di fondi Ray Dalio) è possibile osservare una correlazione positiva tra i due asset. In altre parole, essi si muovono simultaneamente nella stessa direzione, e questo non ci serve!
Lo stesso Ray Dalio afferma che un portafoglio, per essere definito realmente bilanciato, dovrebbe essere composto anche da altri tipi di attività, come l’oro e le materie prime. Al contrario, alcuni navigati investitori sono convinti che la logica del portafoglio 60/40 è ancora valida, nonostante qualche inciampo.
Di seguito cercheremo di capire se un portafoglio di questo tipo ha ancora senso nel 2023 e quali sono le possibili alternative.
Indice
Portafoglio 60/40, ecco perché non bisogna preoccuparsi delle oscillazioni
Nonostante la battuta d’arresto del 2022, per molti esperti investitori, il portafoglio 60/40 rimane ancora valido, e probabilmente lo sarà anche nel prossimo futuro.
Secondo Leuthold Group, una società di ricerche di mercato e gestione del denaro:
“l’aumento dei tassi obbligazionari di questi ultimi mesi pongono le basi per rendimenti medi futuri del 6,9% sul mix 60/40. Rendimenti che potrebbero arrivare con una maggiore volatilità rispetto al passato”.
Negli ultimi 10 anni (compreso il 2022) – ha affermato Roger Aliaga-Diaz, responsabile globale della costruzione del portafoglio presso Vanguard – il rendimento per alcuni benchmark 60/40 è stato del 6,5% circa, in linea con le aspettative.
Oltre a questo, generalmente i portafogli 60/40 mostrano rendimenti medi interessanti solamente se detenuti per un lungo periodo. Un anno non brillante è la normalità. Il report di Vanguard Group ha evidenziato come “gli investitori non hanno mai registrato perdite per tre anni in entrambe le classi di attività”.
In definitiva, la logica del portafoglio 60/40 è ancora valida, ma soltanto se lo si possiede per un periodo di tempo più lungo, almeno di 5 anni. Si tratta, a nostro avviso, di una regola che dovrebbe essere scolpita nella pietra. Gli investimenti, soprattutto in ETF, diventano efficaci solamente nel lungo periodo. Nel breve, al contrario, i mercati finanziari possono essere troppo volatili e soprattutto imprevedibili.
Portafogli bilanciati, alcune considerazioni
Probabilmente, un portafoglio 60/40 è ancora valido al giorno d’oggi e lo sarà anche nel prossimo futuro, a patto che si rispettino alcune semplici regole di buon senso. Un portafoglio del genere va mantenuto per un periodo lungo di tempo e dovrebbe essere sufficientemente diversificato. Per intenderci, non deve essere composto da sole azioni e obbligazioni americane (come spesso accade).
In tal senso, un ETF Vanguard LifeStrategy potrebbe essere una scelta di investimento più che adeguata. Questo strumento può essere definito come un fondo di fondi (ovviamente a gestione passiva) e permette di ottenere un’esposizione globale su entrambi gli asset. Con un Vanguard LifeStrategy, l’investitore non deve nemmeno preoccuparsi di ribilanciare periodicamente il portafoglio, visto che questo compito viene eseguito dalla stessa società. Per maggiori informazioni sull’intera linea degli ETF Vanguard LifeStrategy vi rimandiamo ad un altro nostro articolo, dove abbiamo anche parlato delle caratteristiche e dei vantaggi di un simile prodotto.
Alternative al portafoglio 60/40
Il portafoglio 60/40, essendo costituito da sole due asset class, non può comportarsi bene in qualsiasi fase economica.
In quest’ultimo periodo, a causa dell’alta inflazione e dell’aumento dei tasi d’interesse, sia la componente azionaria che quella obbligazionaria hanno subito una brutta caduta. Eppure, nello stesso momento, si è assistito a un’ottima performance dell’oro e delle altre materie prime.
Di seguito viene mostrato il confronto tra l’ETF Vanguard LifeStrategy 60% (linea blu) e l’Invesco Bloomberg Commodity (linea arancione) dal 2021 ad oggi. Il colpo d’occhio non lascia spazio ad alcun dubbio.
Nel 2022, di concerto con il crollo dei principali indici azionari e obbligazionari, l’Invesco Bloomberg Commodity (uno dei migliori ETF sulle materie prime), è cresciuto di oltre il 22%. Non male, vero?
Ray Dalio sostiene che esistono 4 stagioni dell’economia (fasi economiche) e consiglia un approccio differente all’investimento, bilanciando il più possibile il “rischio” in modo da far bene in tutte le diverse “stagioni”.
Ray Dalio è conosciuto anche per il suo portafoglio “All Weather”, composto da azioni, obbligazioni, ma anche da oro e altre materie prime. Il portafoglio di Ray Dalio si è dimostrato valido in qualsiasi circostanza, anche nel 2022. In molti anni è riuscito a battere l’S&P 500, uno degli indici più performanti che esistano, correndo dei rischi davvero limitati. Unica pecca: i costi necessari per gestire un portafoglio come questo sono inevitabilmente più alti. Per il portafoglio 60/40, come già detto, è sufficiente comprare un singolo ETF Vanguard LifeStrategy e non preoccuparsi di nient’altro, nemmeno del suo ribilanciamento.