Iniziamo col dire che gli ETF (Exchange traded fund) sono degli strumenti finanziari relativamente recenti. Entrati a far parte dei portafogli degli investitori solamente a partire dagli anni 90 (in Italia nel 2002).
Questi strumenti hanno una loro quotazione e vengono regolarmente scambiati in borsa, proprio come un qualsiasi titolo azionario. Per questo motivo sono adatti sia ad un tipo di investimento di lungo periodo, sia a operatività più dinamiche e speculative.
La loro forza risiede nella estrema versatilità e nei costi di gestione davvero bassi.
Ad oggi, probabilmente, non esistono strumenti finanziari più efficienti degli ETF.
Ma cosa fanno di così magico? Perché tutti ne parlano?
Gli ETF, tecnicamente, sono dei “fondi comuni di investimento a gestione passiva”, che quindi seguono l’andamento di un “indice” di riferimento.
Cerchiamo adesso di capire il significato di questi primi importantissimi concetti, partendo proprio dalla definizione di “indice di borsa”.
Indice
Cosa sono gli Indici di borsa?
Vi sarà capitato di ascoltare un telegiornale o di legge un articolo in cui si parlava dell’andamento del Fitse Mid, del Nasdaq o del Dow Jones. Frasi del tipo: “oggi la borsa di New York apre in rialzo con il Nasdaq che guadagna ben 2 punti percentuali, trascinando Piazza Affari e gli altri indici europei”. Di cosa si tratta? Cosa sono queste sigle così complicate?
Si tratta, appunto, di Indici di Borsa, di tipo azionario in questi esempi. Un indice azionario, in poche parole, non è altro che un paniere composto da diversi titoli con caratteristiche comuni, ed esso esprime la media dei prezzi di tutte le azioni che lo compongono.
Il Fitse Mib (che è considerato l’indice azionario italiano più importante) rappresenta nient’altro che la media dei prezzi delle 40 società italiane più grandi e importanti. Dunque, quando sentite in tv che il Fitse mib ha guadagnato il 2%, significa che il prezzo delle 40 azioni di società italiane più importanti è cresciuto “in media” del 2%. Facile, no?
Tra gli indici azionari più grandi a livello mondiale menzioniamo:
- lo Standard And Poor 500 (S&P500), che comprende i 500 titoli americani a maggiore capitalizzazione;
- lo Stoxx europe 600, che è l’indice di riferimento europeo, comprendente le 600 più grandi azioni di società europee
- l’MSCI all country world index, composto da un paniere di circa 2.500 titoli azionari appartenenti a 49 paesi, sia sviluppati sia emergenti.
Finora, soltanto per comodità, abbiamo parlato e fatto degli esempi su indici di tipo azionario. In realtà, ne esistono di diversi tipi. In tal senso, possiamo avere anche degli indici obbligazionari, relativi ai metalli (oro argento ecc.) o altre commodities (grano, petrolio e altro ancora). E’ possibile suddividere gli indici in base al:
- Tipo di mercato: azionario, obbligazionario, commodities ecc;
- Area geografica: Mondiale, europeo, americano, area bric, Italia e così via.
- Settore d’appartenenza: industriale, farmaceutico, tecnologico (il Nasdaq, ad esempio, è un indice relativo ad aziende Usa e straniere appartenenti, principalmente, al settore tecnologico).
Gli ETF sono degli strumenti che riescono a replicare, il più fedelmente possibile, l’andamento di un “indice” di qualsiasi tipo.
ETF, cosa sono e quali sono i vantaggi
Cosa fanno dunque questi ETF? Il loro compito è quello di seguire l’andamento del prezzo di un indice. Se l’indice oggi guadagna il 2%, lo farà anche il relativo ETF. Nulla di così sbalorditivo, potreste pensare. Si tratta, invece, di una vera è propria rivoluzione, e presto ne capirete il motivo.
Come funzionano questi strumenti e come riescono a replicare fedelmente l’andamento di un indice?
Nessuna stregoneria. Esistono diversi modi con cui questi strumenti riescono a replicare l’andamento di un indice. Per comodità di trattazione, in questa sede, parliamo solamente di quelli che vengono definiti “Etf a replica fisica“. In sostanza, una società di gestione del risparmio (le più famose sono iShares, Amundi L&G, Wisdom Tree e altro ancora) acquistano e detengono le azioni che compongono l’indice stesso, in modo da costituire un fondo che non può far altro che replicare i prezzi dell’indice, proprio perché è composto dalle medesime azioni. Saranno poi emanate delle quote che verranno poi distribuite agli investitori. Queste quote sono proprio gli ETF, e la persona che li compra, in sostanza, è come se fosse il proprietario di una piccolissima parte di quel fondo.
Ma perché allora non comprare direttamente le azioni che ci servono? Presto detto: Questo sarebbe impossibile alla quasi totalità degli investitori privati. Pesante all’indice S&P500, composto da ben 500 azioni, il cui prezzo può variare nell’ordine delle centinaia o addirittura migliaia di dollari per singola azione. Un ETF, ed è questo uno dei suoi punti forti, ti permette di possedere le quote di un fondo composto da tutte queste azioni, ma ad un prezzo decisamente più accessibile.
Con questo tipo di investimento si riesce ad abbattere la volatilità ed il rischio tipico degli strumenti azionari classici. Un indice, diversamente dalle singole azioni, non può mai fallire: le società di cui fanno parte verranno semplicemente sostituite da delle nuove che rispetteranno tutti i parametri necessari per farne parte.
Ad esempio, abbiamo detto che il Fitse Mib è composto dalle 40 società italiane a maggiore capitalizzazione. Dunque, di anno in anno, può capitare che le ultime società di questa lista lascino il posto a delle altre che, in quel determinato periodo, sono cresciute di più.
Gli altri vantaggi degli ETF
In questo paragrafo, analizzeremo in modo sintetico gli altri vantaggi degli ETF. Vantaggi che tratteremo in modo più approfondito in altri articoli.
Costi di gestione ridotti.
I costi sono davvero irrisori, quasi nulli. I più famosi gestori riescono ad applicare solamente dei costi di gestione, che in molti casi si aggirano intorno allo 0.1% l’anno. Altri costi da considerare sono quelli corrisposti al broker per la negoziazione dei titoli, generalmente intorno ai 10,00 euro ad eseguito, e, ovviamente, le imposte da pagare.
Alti rendimenti.
Alcuni tra i più famosi indici registrano, di anno in anno, rendimenti di tutto rispetto. Dalla sua nascita ad oggi, un ETF S&P 500 può vantare un rendimento medio annuo del 10% circa. Si tratta di un risultato estremamente soddisfacente, soprattutto se si considera che la maggior parte dei fondi comuni di investimento gestiti da professionisti non riesce a fare di meglio.
In alcuni casi questi strumenti distribuiscono rendite periodiche (dividendi o cedole obbligazionarie) ma esistono anche degli Etf cosiddetti ad “accumulazione”. In quest’ultimo caso la quota del singolo etf sarà incrementata anche della cedola non distribuita.
Efficienza fiscale degli ETF
Per la normativa italiana, i rendimenti realizzati grazie a questi strumenti vengono considerati redditi da capitale e tassati con un’aliquota (oggi più alta rispetto che in passato) del 26%. In caso di ETF che replicano titoli di Stato italiani o di Paesi della cosiddetta “white list” l’aliquota scende al 12,5%.
Ma attenzione, ovviamente, a venir tassato sarà il guadagno reale. In altre parole, il momento impositivo coincide col momento dell’effettiva realizzazione del guadagno. Verranno quindi tassati i dividendi o le cedole percepiti ogni anno, nonché l’eventuale guadagno derivante dalla compravendita dello strumento stesso. Va da sé che, in presenza di un Etf ad accumulazione, i guadagni potranno essere tassati solo in fase della sua liquidazione.
Conclusioni finali
Come già detto in apertura, gli ETF sono considerati gli strumenti finanziari più efficaci che esistano, per tutte le ragioni sopra esposte. Strumenti finanziari che, purtroppo, soprattutto in Italia (paese con un indice di alfabetizzazione finanziaria tra i più bassi d’Europa), non sono così conosciuti.
Ed è per questo che ho deciso di aprire questo blog. Per aiutare le persone ad apprendere la straordinarietà degli ETF.
Quest’articolo, in particolare, è stato pensato come una sorta di guida introduttiva a questo mondo. L’argomento, ovviamente, sarà trattato in modo più approfondito con dei successivi articoli. Parleremo di costi, tassazione, broker, di come comprare il primo Etf e molto altro ancora.
Ad ogni modo, è doveroso anche precisare che l’attività d’investimento può comportare rischi significativi per il capitale. Le informazioni presenti in questo sito non sono in alcun modo da intendersi come sollecito all’investimento e sono rivolte ad un pubblico indistinto, non rappresentando in alcun modo attività di consulenza finanziaria. Per cui, ogni decisione di investimento è sotto la piena ed esclusiva responsabilità del lettore.
Buona informazione finanziaria a tutti voi.
MyEtf.it