L’Eurostat, l’Ufficio statistico dell’Unione europea, ha appena pubblicato una nuova edizione del “dashboard interattivo sulla ripresa europea”. Si tratta di un documento contenente alcuni tra i più importanti indicatori statistici come l’inflazione e il PIL. Indicatori oggi più che mai sotto la lente d’ingrandimento delle principali Istituzioni economiche europee e nazionali. La buona notizia è che l’inflazione ad agosto è risultata in leggero calo in Europa, al 5,9%, in discesa per il decimo mese di fila. Segno che le ricette della Banca Centrale Europea, in particolare il progressivo aumento dei tassi d’interesse, stanno funzionando a dovere.
L’Inflazione in Europa è calata anche ad agosto, ma in Italia resta sopra la media
La produzione industriale e il commercio al dettaglio dell’UE, si legge nel documento dell’Eurostat, “sono entrambi diminuiti nel luglio 2023, dopo la stabilità del PIL nel secondo trimestre del 2023. Inoltre, la produzione nel settore dei servizi è diminuita nel giugno 2023. Sebbene questi indicatori rimangano al di sopra dei livelli pre-pandemia, segnalano un rallentamento dello slancio di crescita nell’economia dell’UE. Questa tendenza, tuttavia, si manifesta in un contesto di inflazione in calo e di un mercato del lavoro resiliente”.
Nell’agosto 2023, l’inflazione nell’Unione Europea è diminuita per il decimo mese consecutivo, raggiungendo il 5,9%. In calo rispetto al 6,1% di luglio e del 10,1% dello scorso anno.
Nella zona Euro, invece, il tasso di inflazione annuale è stato del 5,2% ad agosto 2023. Anche in questo caso, in diminuzione rispetto al 5,3% del mese precedente e inferiore alle stime degli analisti. Tuttavia, in Italia l’inflazione annuale resta sopra la media dell’Eurozona, a circa il +5,5%.
Inflazione in Europa ad agosto, scenari futuri
Nel comunicato stampa di Bruxelles è possibile leggere quanto segue:
“I prezzi dell’energia dovrebbero continuare a diminuire per il resto del 2023, seppure a un ritmo più lento. Si prevede un nuovo lieve aumento nel 2024, a causa del rincaro del petrolio. L’inflazione nel settore dei servizi è stata finora più persistente del previsto, ma dovrebbe continuare a scendere con l’attenuarsi della domanda a causa dell’impatto dell’inasprimento della politica monetaria e del venir meno della spinta post-COVID. I prezzi dei prodotti alimentari e industriali non energetici continueranno a contribuire ad allentare l’inflazione nel periodo oggetto delle previsioni, riflettendo anche il calo dei prezzi dei fattori produttivi e la normalizzazione delle catene di approvvigionamento”.
Ad ogni modo, prosegue il comunicato, la situazione rimane incerta a causa del “perdurare della guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina e le tensioni geopolitiche globali”.
Tassi d’interesse ancora in salita
La presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, ha da poco annunciato un ulteriore aumento del tasso d’interesse di riferimento, che adesso è arrivato al 4,5%. Aumento reso necessario, appunto, per ridurre l’inflazione nella zona euro, che rimane ancora troppo alta.
Tuttavia, secondo molti analisti, questo potrebbe essere l’ultimo aumento dei tassi, anche perché la stretta monetaria sta avendo il successo che ci si aspettava, con un inflazione che, come già detto, ad agosto è scesa più del previsto. Ovviamente, è ancora troppo presto per cantare vittoria. Il Consiglio direttivo ritiene che “i tassi di interesse hanno raggiunto un livello che, mantenuto per una durata sufficientemente lunga, darà un notevole contributo a un tempestivo ritorno dell’inflazione all’obiettivo. Le future decisioni assicureranno che i tassi della Bce saranno fissati a un livello sufficientemente restrittivo per tutto il tempo necessario”. Tali decisioni, ovviamente, dipenderanno dai prossimi dati macroeconomici, in primo luogo del PIL e dell’inflazione.