Buone notizie per i tanti risparmiatori che intendono sottoscrivere uno o più buoni fruttiferi: Poste Italiane ha annunciato l’aumento dei tassi d’interesse di alcuni di questi strumenti.
In particolare, Cassa Depositi e Prestiti ha appena diffuso un comunicato stampa con il quale rende noto che, a partire dal 6 giugno 2023, inizierà l’emissione una nuova serie di:
- buoni fruttiferi postali 3 anni Plus;
- buoni fruttiferi postali 3×2;
- buoni fruttiferi postali 3×4;
- buoni fruttiferi postali ordinari.
Dalla stessa data, non saranno più sottoscrivibili le precedenti versioni dei medesimi buoni. Nella sostanza, a cambiare (e in meglio) sono soltanto i loro rendimenti. Vediamo meglio di cosa si tratta.
Buoni Fruttiferi Postali, tassi di rendimento in salita
Cassa depositi e prestiti, a seguito delle mutate condizioni di mercato, ha deciso di aumentare i tassi d’interesse di alcuni buoni fruttiferi postali. Si tratta, come già detto in apertura, dei buoni 3 anni Plus, 3×2, 3×4 e dei buoni ordinari.
Ma di quanto sono aumentati questi rendimenti? Beh, sicuramente non di poco, o quantomeno non ci si attendeva un rialzo così marcato.
Il buono fruttifero ordinario, ad esempio, se detenuto per un periodo massimo di 20 anni, adesso offre un tasso di interesse annuo lordo del 3%, contro il 2,5% delle versioni precedenti. Forse non vi sembrerà un rendimento poi così elevato, ma bisogna tenere in considerazione che stiamo parlando pur sempre di strumenti garantiti e che prevedono la possibilità di rimborso del capitale in qualsiasi momento. Ed è forse questo uno dei principali vantaggi dei buoni fruttiferi postali.
Per intenderci, anche i BTP sono strumenti garantiti, ma il rimborso del capitale è previsto solo alla scadenza. Prima di allora, queste obbligazioni possono essere vendute nel mercato secondario ai prezzi di mercato, che potrebbero anche essere inferiori a quelli di acquisto, generando così una perdita.
Senza perderci troppo in chiacchiere, vediamo adesso di quanto sono aumentati i rendimenti degli altri buoni fruttiferi:
- Il buono 3 anni plus adesso rende il 2% annuo, contro l’1,5% previsto in precedenza;
- Il buono 3×2 può arrivare fino al 2,25%, prima al 2%;
- Il buono 3×4 adesso prevede un tasso di rendimento che può arrivare fino al 2,75% annuo, contro il 2,50% della precedente versione.
Ovviamente, per una completa informativa sui tassi, vi consigliamo di consultare la pagina web di poste italiane dedicata ai buoni fruttiferi postali.
Buono Fruttifero Postale, vantaggi e svantaggi
I buoni fruttiferi postali, dunque, adesso sono sicuramente più convenienti rispetto che in passato, almeno dal punto di vista dei loro rendimenti. Tuttavia, è chiaro che chi intende sottoscrivere questi prodotti non lo fa perché è in cerca di elevati guadagni. Ad oggi, infatti, esistono numerosi strumenti finanziari (anche a capitale garantito) che rendono molto di più. Si pensi, ad esempio, al recente BTP valore, di cui abbiamo ampiamente parlato nei giorni scorsi, o di tutte quelle interessanti obbligazioni corporate che stiamo vedendo nascere in questo periodo, come le Illimity Bank a 3 anni, con un tasso fisso del 6,15%, o delle ENI Sustainability-linked. Strumenti, quest’ultimi, che potrebbero non essere adatti a tutti gli investitori / risparmiatori.
I buoni fruttiferi postali rispondono alle esigenze di quei soggetti in cerca di una maggiore sicurezza. Come già detto in precedenza, chi sottoscrive i buoni fruttiferi postali può richiedere in qualsiasi momento il rimborso dell’intero capitale investito.
Tra gli altri vantaggi dei buoni fruttiferi, segnaliamo anche il regime di tassazione agevolato, con aliquota del 12,5%, contro l’aliquota ordinaria del 26%, e la semplicità di sottoscrizione e rimborso degli stassi, che possono avvenire recandosi presso un qualsiasi ufficio postale o in via telematica.
In conclusione, possiamo dire che i buoni fruttiferi postali sono sicuramente un’opportunità per chi vuole investire delle somme di denaro in un prodotto sicuro. Tuttavia, come già detto, seppur più elevati rispetto che in passato, i loro rendimenti rimangono più bassi rispetto alle possibili attuali alternative.